22.2.15

Prima dell'amore (ballata vana)

Prima dell'amore la vita era talmente semplice che me la dovevo complicare in qualche modo, 
così, 
tanto per, 
tanto per passare il tempo, ché prima dell'amore è così che si fa: si fa tanto per passar il tempo. 
Prendevo la tela dei miei pomeriggi intonsa di bianco e ci schiaffavo sopra getti di vernice con colori assortiti e ben accostati. La gente mi guardava e diceva "ha buon gusto".
Adesso i colori se ne vengono tutti da soli sulla tela, senza che io li schiaffi dentro, che tanto non c'avrei più il tempo; 
loro s'accozzano, si prendon a pugni, 
il blu vuole stare col marrone, l'arancione col fucsia, il bianco col bordeaux, s'accozzano e fanno un'accozzaglia di accostamenti senza mica tanto stile, ché anche loro non c'hanno più tempo, solo l'urgenza di saltare lì sulla tela a riempirla e non s'accostano più, 
e allora io, se posso, sui vestiti, sulla faccia, sui capelli, mi tengo addosso i colori meno appariscenti; 
la gente mi vede e pensa "questa è un po' mogia". Ma lo dice solo chi non è mai venuto a casa mia e non ha mai visto l'accozzaglia pazza sulla tela. Lo dice solo chi a casa sua non ha tele piene zeppe di colori.
Prima dell'amore non avevo calli, non avevo rughe, ma ascoltavo ballate di tango con dentro donne quarantenni e le loro rughe e i loro calli dentro ai tacchi. E aspettavo. 
Ora ho smesso di aspettare. E mi si vede ballare.
Ma non sempre ballo da sola. Per esempio quando tengo Sofia in braccio e a lei manca un metro per arrivare a terra e ballare e allora lo faccio io quel metro per lei, e balliamo.
Prima dell'amore mi ricordavo tutto dei sogni che facevo, lunghi e romanzati. 
E siccome ricordavo i sogni che facevo, di giorno da sveglia le cose che facevo mi sembravano i sogni che avevo fatto la notte prima e il prologo di quelli che avrei fatto la notte dopo.
Ora non ricordo uno straccio di sogno. Ho letto da qualche parte che non è cosa buona. 
Ma è che adesso di giorno vivo e basta.
Prima dell'amore non me ne fregava niente che le cose dovessero avere un posto. Ché tanto poi trovavo sempre tutto.
Ora non trovo mai la spazzola e me ne vado in giro coi capelli ancora scossi e smossi di letto. La gente mi vede e dice "questa non si pettina mai". Ma lo dice solo chi non ha ben chiaro che le spazzole si trovano solo prima dell'amore.
Prima dell'amore non avrei mai sprecato le parole in modo tanto vano, 
né scelto, tra le migliaia di possibilità delle parole, la parola spazzola, così tanto brutta che uno che di mestiere fa lo sceglitore di parole non sceglierebbe mai, 
nemmeno la parola spazzola avrei tollerato di sprecare così, 
non lo avrei tollerato come quando prima dell'amore guardavo la gente andare da qualche parte senza sapere il perché.
Ma adesso non ho più paura delle cose vane. 
Adesso niente mi sembra più lieve come andare da qualche parte senza sapere il perché.